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LIMITE ALL’USO DEI CONTANTI

LIMITE ALL’USO DEI CONTANTI

Pagamenti in contanti: il nuovo limite.

Dal primo Luglio 2020 il limite all’uso dei contanti è sceso a € 1.999,99.

Precedentemente era pari a € 2.999,99.

La norma è stata introdotta con la manovra sui conti pubblici per il 2020 (decreto legge fiscale 124/2019 convertito in legge 157/2019).

Da gennaio 2022 ci sarà un ulteriore taglio che porterà il tetto dei pagamenti con banconote a € 999,99.

Perché è stato abbassato il limite all’uso dei contanti?

La motivazione è semplice: prediligere pagamenti con strumenti digitali dovrebbe ridurre l’utilizzo di denaro “nero” e non dichiarato ai fini fiscali. Oltre a combattere l’evasione fiscale e i reati “economici” quali il riciclaggio.

Bonus fiscale per l’uso del Pos.

Assieme all’abbassamento del limite per il pagamento in contanti viene anche previsto un bonus per l’utilizzo del pos e di tutti gli strumenti di pagamento tracciabili come carte di credito, carte prepagate, carte di debito e comunque tutti gli altri strumenti similari.

Il bonus è pari al 30% sulle commissioni ed è valido per commercianti, professionisti, esercenti attività di impresa e arte.

Come funziona il limite all’uso dei contanti?

Innanzitutto è bene ricordare che il bonus Pos viene utilizzato secondo il meccanismo della compensazione: il 30% di sconto sulla commissione verrà infatti sottratto nel mese successivo a quello in cui la spesa ovvero il pagamento viene effettuato. Esso è un vero e proprio credito di imposta, cioè un credito di cui il contribuente è titolare nei confronti dello Stato o di qualunque ente pubblico che possiede la potestà tributaria ed impositiva.

Es. Sono un Avvocato e nel mese di Agosto 10 clienti hanno effettuato pagamenti tramite pos per un totale di 5.000,00 euro. Nel mese di Settembre dovrò redigere un modello f24 all’interno del quale descrivere il credito di imposta, specificando sia l’entità totale delle commissioni applicate (nel mio caso la commissione è pari a 1,20% e quindi a € 60,00) sia le operazioni di pagamento che il consumatore ha compiuto (dovrò descrivere che 10 clienti hanno effettuato i loro pagamenti tramite carta di credito/debito su pos.)

Ovviamente nel caso in cui non si utilizzi un regime mensile o trimestrale sarà necessario indicare il credito di imposta nella prima dichiarazione dei redditi utile e relativa al periodo di imposta di riferimento.

Es: dal 1 Luglio 2020 al 31 Dicembre 2020 ho ricevuto pagamenti tramite Pos. Nella dichiarazione dei redditi che effettuerò nell’anno 2021 (tra Marzo e Giugno) dovrò indicare il credito di imposta accumulato nel periodo in cui ho ricevuto i pagamenti. Pertanto nella dichiarazione dei redditi 2021 sarà necessario indicare il codice dedicato al credito di imposta all’interno del quale indicherò materialmente l’importo spettante.

Non dovrebbe esserci una grande difficoltà a risalire alle operazioni, ne tantomeno alle commissioni dei singoli pagamenti: quasi tutti gli intermediari che forniscono gli strumenti del pos mensilmente inviano un riepilogo completo di tutti i dati necessari.

Chi può usufruire del bonus sul limite dei contanti?

Il credito di imposta è riservato a coloro che nell’anno precedente non abbiano superato la soglia massima pari a € 400,000 per ricavi ovvero per compensi (nel caso di professionisti).

Fondamentale rammentare che il credito di imposta non concorre a formare reddito.

Per quanti anni devo tenere la documentazione contabile?

La regola generale prevede che tu debba conservare tutta la documentazione contabile per 10 anni.

In caso di eventuale controllo contabile, chi desidera usufruire di questo bonus dovrà esibire tutti i giustificati e i documenti fino a 10 anni.
Periodo che decorre dall’anno in cui ho usufruito fiscalmente del credito di imposta (nel caso di cui sopra dal 2021 e quindi con scadenza nel 2031).

Il ruolo delle banche nel limite ai contanti

Le banche dovranno trasmettere una serie di dati all’Agenzia delle Entrata.

Tale trasmissione dovrà essere eseguita entro il ventesimo giorno del mese successivo al periodo di riferimento del credito di imposta richiesto.

Questi dati sono estrapolabili dall’elenco stilato con il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 181301/2020 del 29 Aprile 2020:

  • Codice fiscale del soggetto richiedente il credito di imposta;
  • Le date (mese ed anno) dell’avvenuto addebito;
  • Il numero complessivo delle operazioni di pagamento tramite Pos nel periodo di riferimento;
  • Il numero complessivo delle operazioni di pagamento, riferibile però solo ai consumatori finali (clienti);
  • L’importo delle commissioni addebitati sui pagamenti dei soli consumatori finali;
  • L’ammontare di tutti i costi fissi per il servizio di pos: canone per la fornitura ovvero altri costi.

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